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La storia di latte di Leo e mamma Stefania…

C’è da premettere che la mia prima bimba, Alice, non sono riuscita ad allattarla, per le ragadi e perché non sono stata capace di “gestire” la montata, quindi mi sono ripromessa che non avrei commesso gli stessi errori con Leonardo. Nella notte del 8 maggio il mio cucciolo decide che era ora di uscire, a ben 40+5 settimane….è stato un parto veloce, quasi una passeggiata! Appena torna tutto pulito, l’ostetrica mi chiede se voglio provare ad attaccarlo….certo! Non vedevo l’ora! Nonostante non abbia dei super capezzoli sporgenti, Leo si attacca subito e vedo che inizia a deglutire, scoppio di gioia! Passiamo la notte così, attaccati, non ho il coraggio di muovermi per evitare di staccarlo. Alla sera del giorno dopo mi arriva la montata ed arriva anche la prima difficoltà….ho passato la notte a massaggiare e tenere la borsa dell’acqua calda sul seno, mi sembrava che il petto mi esplodesse da un momento all’altro! Continuavo a chiamare le varie ostetriche di turno per essere rassicurata che stessi facendo nel modo giusto, avevo paura di ripetere l’esperienza avuta con Alice. Il secondo giorno però la pediatra del nido ci ha dimesso in anticipo, perché Leo aveva già preso 60 gr in un giorno, e io di nuovo mi sento una leonessa. Arrivati a casa però noto che mi bruciano i capezzoli sempre di più (già in ospedale facevano male, ma non ci avevo dato peso, in quanto concentrata a evitare possibili ingorghi), ci metto sopra tutto quello che sapevo potesse andare bene: purelan, olio vea, coppette d’argento. Ma purtroppo invece che migliore, le ragadi peggiorano e mi sono ritrovata con i capezzoli aperti! Sono tornata dalle ostetriche dell’ospedale, che mi hanno guardata preoccupate e una mi ha fin detto “in 20 anni non ho mai visto niente di simile”. Torno a casa e mi viene in mente di aver letto di certe consulenti dell’allattamento… decido di cercare il numero e chiamare….era l’ultima possibilità poi avrei mollato. Non ce la facevo più, avevo il terrore ogni volta che il piccolo si svegliava. Inoltre ero sempre nervosa, per la situazione e me la prendevo anche ingiustamente con la bimba più grande. Mando quindi un messaggio a Monica, ma essendo periodo di ferie, lei giustamente era in vacanza, ma mi da il contatto di una sua collega, Nicoletta, che segue la zona nord dell’astigiano. La chiamo e incredula il giorno dopo si presenta a casa mia. Erano trascorsi già 40 giorni dal parto e pure lei si era stupita di come fossi conciata e della mia perseveranza, probabilmente ho resistito perché il mio piccolo cresceva super bene. Nico mi ha insegnato come attaccarlo bene senza sentire male e mi ha indicato come fare per guarire… non è stato per niente facile, ci sono voluti 3 mesi per guarire completamente e nel frattempo ho avuto la febbre ben 5 volte, ma adesso sono felicissima e orgogliosa di aver resistito! È stata dura, molto molto dura, ma ce l’ho fatta… secondo me in ogni ospedale, già da quando vai con il bel pancione a visitare le sala parto, dovrebbero darti un biglietto da visita di una consulente della zona! Ringrazio quindi ancora una volta lo straordinario lavoro che fanno le consulenti ibclc e sicuramente le ringrazierebbe anche Leo, che da 7 mesi e mezzo preferisce il latte di mamma a tutto il resto

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