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“Come posso io? Non celebrarti vita? Oh, Vita!!!! Oh, Vita!!!”. La storia di latte di Sabrina, di Gaia…e di Lorenzo <3

Storie di latte sos allattamento

Taglio le verdure con un sorriso diverso dal solito. Un sorriso che è un misto tra serenità, felicità, soddisfazione… nella mia cucina risuonano canzoni dolci ed io canticchio. Si, oggi è una splendida giornata, sto preparando il primo brodino per la mia stellina Gaia. Mi guardo indietro e mi domando come siano potuti passare così velocemente sei mesi. In realtà, certi periodi sono stati cupi, bui e sembrava di stare in un buco ma… è inutile ripenso al primo novembre…

Di corsa all’ospedale ed un parto molto veloce, appena vedo Gaia tra le braccia delle ostetriche sono felice come non mai. Penso subito, “ho due bambini!”.

Sono mamma di Lorenzo, che ha sei anni, ma la consapevolezza di essere mamma la seconda volta mi fa vivere tutto amplificato. Dal primo sguardo posato su Gaia rivivo i momenti vissuti con Lorenzo. Mi sento una mamma elevata alla seconda (mannaggia a me e alla mia mente matematica).


Subito dopo averla abbracciata, toccata, guardata da ogni angolazione, proprio mentre mio marito Alberto tagliava il cordone ombelicale, tra noi si instaurava un nuovo tipo di legame, un nuovo cordone. Gaia, attaccandosi immediatamente al seno, ha fatto in modo che il nostro cordone ombelicale non si staccasse del tutto.

Ogni volta che ritorno con la mente a quel momento, penso a quanto sia magica la natura, a come sia possibile che un esserino che è in un ambiente “sottomarino” venga catapultato in un nuovo mondo, in una serie di sensazioni a lui sconosciute (luce, rumori più forti, sensazione di freddo…) ma riesca non so come a riconoscere il seno della mamma e ad attaccarsi. La natura, la magia della natura…. un piccolo palombaro che affronta il viaggio più bello della sua vita: la nascita.

I primi giorni scorrono veloci in ospedale, Gaia si attacca bene ed io non ho particolari problemi. Alla prima pesata dopo 8 giorni di vita non solo aveva recuperato il calo fisiologico ma aveva preso circa 150 g.

Qui però prendo la mia decisione più azzeccata. La più giusta, quella che rifarei mille volte. Andava tutto bene, ma ho deciso di chiamare Monica.

Purtroppo per Lorenzo avevo avuto una difficile esperienza con l’allattamento: 2 settimane di allattamento bellissimo, poi una serie di eventi per cui dopo 1 mese ho dovuto iniziare l’allattamento misto, con una serie di difficoltà che non avrei voluto più affrontare. Volevo così fortemente allattare Lorenzo che ho provato di tutto, tranne la cosa giusta, chiamare Monica (ma solo perchè non la conoscevo PURTROPPO!). Mi sono ritrovata in balia di operatori del settore che mi dicevano tutto e il contrario di tutto, creando confusione, mi sentivo in balia di una barca a cui non riuscivo a dare una rotta, impotente, arrabbiata con il mondo (e purtroppo anche con altri fattori esterni che non hanno contribuito). E la cosa peggiore: ero circondata da donne da cui pareva zampillasse il latte dalle orecchie!!!

A questo punto vorrei aprire una parentesi. Per chi allatta ed incontra una mamma in difficoltà. Quante volte ho cacciato indietro le lacrime perchè non riuscivo ad allattare mio figlio. Non bisogna mai giudicare, tantomeno una donna che ha appena partorito. Perchè, a volte, ci sono fattori esterni per cui non è possibile allattare. Questo a me non lo ha detto nessuno sei anni fa, la frustrazione era tanta. Quando per strada o al supermercato incontravo persone che allattavano, spesso continuavano a sottolineare il fatto che loro… “oh, lo potrei regalare! Mi esce sempre! Non vedi com’è sodo il mio seno e pieno di latte? Ah, a tal proposito devo andare a casa ad allattare sennò soffoco!!!….” e così via. Non potete immaginare il senso di colpa, di inadeguatezza e la tristezza che ho provato.

Noi mamme che non siamo riuscite ad allattare in esclusiva fino ai vent’anni dei nostri bambini ( ? ) siamo comunque mamme speciali ed uniche, siamo mamme alla pari di coloro che hanno allattato tanto. Siamo state meno fortunate, abbiamo avuto consigli sbagliati, abbiamo avuto qualche problema diverso, insomma, degli intoppi per cui non ce l’abbiamo fatta. Ma non pensate MAI MAI MAI MAI, di essere “meno mamma”.

Lorenzo è un bambino meraviglioso, in questo periodo confronto e penso spesso a quanto io sia sorridente in questi mesi e quante volte invece ho pianto con lui in braccio, tra una doppia pesata e un biberon da preparare. Sicuramente sarebbe stato meglio per lui avere una mamma più serena con il biberon pieno. La cosa positiva però, è che Lorenzo è un bambino solare e che quel periodo di non poppate e di miei pianti non lo ricorda affatto. Il nostro rapporto è unico e speciale lo stesso, ci vogliamo bene e siamo legati da un filo rosso che è un amore speciale…

Dovevo raccontarvi di Gaia ma non avreste capito a fondo la mia storia se non vi avessi raccontato tutto questo.

Volevo allattare. Volevo colmare una piccola lacuna, volevo dimostrare a me stessa che ce la potevo fare. Che alla fine ero una mamma come le altre. Perchè a volte, certi pensieri ti si infilano nel cervello, rimangono li sopiti svegliandosi nei momenti meno opportuni.

L’incontro con Monica è stato una vera manna dal cielo! Mi ha insegnato ad attaccare correttamente Gaia, mi ha dato dei consigli sul suo comportamento, sulle poppate, sulla mia posizione… la suzione corretta è fondamentale: non solo per il capezzolo che non mi ha mai fatto male (non per la suzione), ma anche per il corretto deglutire del neonato, per far aumentare la produzione di latte, per la serenità della mamma.

Così un giorno a novembre un Angelo del Latte è entrato elegante e con le mani fresche nella mia casa, mi ha affiancato nei periodi difficili. Ha risposto alle mie innumerevoli domande (e considerate che mi ero informata parecchio prima che nascessero entrambi i bimbi, ma mi son resa conto di quante cose non del tutto corrette mi avessero detto!!!), dubbi e soprattutto è riuscita a starmi vicina nei momenti di sconforto.

Già perchè in realtà grandi problemi non ne ho avuti. Qualche “intoppo”, qualche intasamento, qualche dolore qua e la, qualche dotto otturato… ma vai di spugnature, posizioni strane in cui farci i selfie, come ha detto mio marito “allattamento estremo”, nel giro di qualche giorno riuscivo a risolvere tutto. In questi sei mesi i problemi si sono riproposti, ma ogni volta mi rendevo conto che mi sarebbe successa una cosa o l’altra ed ad intervenire per tempo. Intanto anche la suzione di Gaia è diventata più forte e più breve come tempistiche e tutto è diventato un pò più facile…

Ma… a due mesi ecco il mio crollo psico – fisico. Ricordo una telefonata, verso sera a Monica.

Nella mia preparazione avevo capito che, passati i 40 giorni, come girassero una chiave, come si chiudesse una porta, l’allattamento sarebbe partito a razzo, la piccola mi avrebbe tenuto almeno tre ore tra una poppata e l’altra con lunghe dormite come se non ci fosse un domani.

Già, perchè io avevo l’esperienza di Lorenzo, che con la giunta di latte artificiale si faceva delle mega dormite.

Adesso avevo bisogno delle dormite di Gaia proprio per trovare il tempo e la serenità da dedicare in esclusiva a Lorenzo… ma niente, non arrivavano ed io ero nervosa.

Monica mi ha di nuovo dato delle dritte e spiegato alcune cose (tra cui il fatto che l’allattamento non era proprio come mi avevano spiegato…)…

– A quanti mesi dovrei arrivare con l’esclusivo?

– Sei mesi…

– …. (Silenzio…)

– Sabrina… sei a due mesi. Pensa di arrivare a 4. Poi se proprio sei sfinita puoi iniziare a pensare di svezzarla, ma vedrai che quando sarai li vorrai arrivare a sei mesi. Concentrati ad arrivare a 4 mesi.

A pensare a questa frase mi vengono le lacrime agli occhi. Perchè quella sera, pensando a sei mesi (lo sapevo benissimo a quanto dovevo arrivare, ma speravo di trovare una scappatoia), vedevo un tunnel terribile, un tunnel senza uscita, e sognavo un biberon e del latte artificiale. Quella sera però, ho pensato di essere già a metà percorso, che dovevo allattare solo due mesi, tutto è diventato più leggero… più facile…

Ho avuto di nuovo problemi quando Gaia è stata male, una brutta bronchiolite, non faceva più le sue poppate, spesso dovevo tirarmi il latte, notti difficili, stanchezza e solitudine…

L’altra fortuna è stata quella di avere un’Amica meravigliosa al fianco, che sta allattando, così da confrontarmi senza paura di essere giudicata, parlare con leggerezza… “Veh, Sabrina, a volte viene voglia di mollare, ma sei mesi arrivano veloci e poi non vorrai più smettere!!!”… vero..

L’allattamento per me è stata davvero un’avventura a montagne russe, un “odi et amo”, quella stanchezza pazzesca che non so come ma si deve superare, quelle poppate lunghissime mentre dovresti o vorresti fare altro, dimenticarsi il forno o il gas acceso e d’un tratto correre a spegnere tutto e rifare la cena (con annesse parolacce del caso), notti insonni e occhiaie che neanche il miglior truccatore non riuscirebbe a nascondere, la stanchezza, la sensazione di togliere troppo tempo al resto della famiglia, non avere orari (classico: sto per uscire con lei e mi “chiede” di mangiare)….

L’allattamento però è anche composto da tanti momenti meravigliosi… la bellezza di nutrirla, i suoi occhi nei miei occhi, chiudere il mondo fuori da quei momenti… allattare Gaia e spesso chiedere a Lorenzo di venire vicino a noi per coccolarci tutti e tre. L’allattamento è stato e saranno le nostre coccole ed i nostri “baci segreti di notte”, le nostre coccole, le sue carezze al mio seno, le sue mezze risate tirando il capezzolo (io li rido un pò meno), i nostri infiniti sguardi ed i suoi occhi stanchi che piano piano si chiudono accompagnati dalla pesantezza del suo corpo che lentamente si lascia andare….

Non solo. In questi mesi ho imparato che quando andiamo nel nostro “angolo dell’allattamento” devo creare un guscio di vetro, in cui mi devo escludere da tutto ciò che è negativo. Già perchè uno dei “deterrenti” per il latte è l’adrenalina ed io, soprannominata “Fiammiferino” non vi faccio immaginare quante volte mi sono messa ad allattare nervosissima, arrabbiata, con una rabbia che avrei spaccato il mondo… ma respiravo… mi sedevo con Gaia in braccio, pancia contro pancia e mi escludevo più che potevo dai “cattivi pensieri”, cercando di respirare a fondo, rilassarmi, a volte mi facevo cantare una canzone da Lorenzo, a volte da sola mi concentravo sull’unica priorità. Gaia.

Oggi iniziamo una nuova avventura con leggerezza di spirito, con felicità, con la consapevolezza di essere riuscita a fare un percorso che tanto desideravo, comprendendo che per questo non sono “meno mamma” di Lorenzo e “più mamma” di Gaia, ma soprattutto con la sicurezza che questo è il primo passo di indipendenza, un altro piccolo taglio a quel cordone immaginario, ma che alla fine, mi auguro che anche quando saranno indipendenti e grandi, un giorno, ci guarderemo, occhi negli occhi ed in fondo brillerà una scintilla colma di quell’amore e quella complicità che abbiamo costruito oggi.

Grazie Monica!

Continuo a cucinare, cantando come una ninna nanna la canzone che mi ha accompagnata in questi sei mesi….

“Come posso io?

Non celebrarti vita?

Oh, Vita!!!!

Oh, Vita!!!”

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