Negli anni passati le uova sono spesso salite sul banco degli imputati con l’accusa di essere troppo ricche di grassi, in particolare il colesterolo, e di non essere benefiche per il fegato.
Fortunatamente l’attuale Scienza dell’alimentazione sta riabilitando il consumo di certi tipi di grassi alimentari e delle, di conseguenza, uova.
Tanti sono infatti i buoni motivi per consumare le uova.
Le uova non fanno male al fegato, anzi: esse stimolano la produzione, da parte degli epatociti, della bile, che consente di digerire ed assorbire i grassi e e le vitamine liposolubili (A, D, E, K), e che favorisce lo smaltimento delle tossine liposolubili che altrimenti il fegato non riuscirebbe ad eliminare. L’unica controindicazione per il consumo di uova può essere per chi soffre di calcoli alla cistifellea, le uova hanno infatti la capacità di stimolare la contrazione di questo organo e, quindi, di provocare una colica. Una volta, però, che questi ‘sassolini’ vengono rimossi, le uova possono tornare a far parte delle abitudini alimentari della persona.
Le uova non sono responsabili di elevati livelli ematici di colesterolo, il cui aumento è di origine endogena, soprattutto in seguito a iperstimolazione dell’insulina, in seguito ad eccessivo consumo di carboidrati raffinati e zuccheri semplici.
Le uova fanno bene al cervello poiché contengono fosfatidilserina e fosfatidilcolina, con funzione neuro protettiva.
Fanno bene agli occhi perché contengono luteina e zeaxantina (la luteina, peraltro, rappresenta la prima integrazione che il bambino riceve appena nato), carotenoidi dal potere antiossidante.
le uova contengono anche Vitamina K2 che aiuta a fissare il calcio nelle ossa. Ecco perchè le uova sono indicate nell’alimentazione della gravida, della nutrice e del bambino.
Bene. Ma Quando?
Permettetemi ancora un precisazione: l’uovo ha proprietà nutritive diverse a seconda che si tratti del tuorlo oppure dell’albume. Il tuorlo, infatti, è ricco di grassi, sali minerali e vitamine. L’albume, invece, è privo di grassi, ma contiene numerose proteine nobili. Sono le proteine dell’albume che possono scatenare reazione allergica nel bambino. Quindi attorno ai 9 mesi, possiamo offrire ai nostri bambini il tuorlo dell’uovo, ed aspettare gli 11/12 mesi per inserire anche l’albume.
Ok. Ma Come?
Poiché il tuorlo contiene dei “grassi buoni” è corretto che ne vengano preservati i valori nutritivi attraverso una cottura leggera, che non provochi ossidazione delle molecole di colesterolo: quindi possiamo aggiungere il tuorlo alla pappa, quando la cottura sarà ultimata, spegnendo la fiamma. Quando invece avremo introdotto anche l’albume, allora potremo offrire ai nostri bimbi le uova strapazzate, avendo l’accortezza di cuocere prima gli albumi, per poi aggiungere i tuorli, a cottura ultimata.
LAST BUT NOT LEAST.
Consumiamo preferibilmente uova di galline “felici”, acquistate da un contadino di cui ci fidiamo… ma dato che, soprattutto nei confronti dei nostri bambini, l’attenzione non è mai troppa, per verificare la freschezza di un uovo (su quello proveniente da allevamento sarà stampigliata la data di deposizione) immergiamolo in un bicchiere di acqua: più giorni passano dalla deposizione, più si amplia la camera d’aria; se l’uovo galleggia, allora verrà meno la freschezza.